Forse qualcuno di voi, aprendo il giornale domenica mattina, è rimasto sorpreso per quanto vi ha trovato, riferito allo Scautismo. Per questa ragione e per fare chiarezza, riteniamo opportuno non lasciare cadere ciò che è accaduto senza esprimere alcune riflessioni nei confronti di un approccio da parte dei mass media che riteniamo fuorviante e non adeguato ad affrontare problematiche educative.
Sabato 15 marzo scorso è stata presentata a Firenze un’indagine conoscitiva sui rover e scolte partecipanti al Roverway 2006, promossa dalla Provincia di Firenze e dalla FIS e realizzata dall’Istituto degli Innocenti, il quale ha provveduto successivamente all’elaborazione dei risultati ottenuti.
L’indagine ha coinvolto 2552 partecipanti al Roverway, provenienti da 39 Associazioni scout nazionali, rappresentative di 25 paesi. Di questi 2552 intervistati, 1149 erano italiani e di questi 851 appartenenti all’AGESCI (33% del totale).
L’indagine analizza sette specifiche tematiche: esperienza scout, religiosità e spiritualità, etica e legalità, partecipazione sociale e fiducia nelle istituzioni, consumi e stili di vita, cittadinanza europea, futuro.
Dall’analisi dei dati raccolti, che comunque non rappresentano un campione significativo dello Scautismo europeo, emerge un quadro assai variegato che conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, la complessità e le contraddizioni della realtà giovanile europea e mette in luce aspetti che interpellano le Associazioni scout riguardo la loro capacità di proposta di modelli e valori.
In particolare, la presenza di risultati “critici” in ambiti che possiamo definire sensibili quali, ad esempio, le risposte date al quesito “pensi che ti potrebbe capitare di…..” oppure al quesito “indica il tuo grado di fiducia”, hanno offerto l’occasione ad alcuni giornali e telegiornali di scatenare ,domenica mattina 16 marzo, un attacco allo Scautismo con titoli e sottotitoli di sicuro impatto quali “Sesso, hashish e aborto: ricerca choc sui nuovi scout” e “Il tramonto della purezza” (La Stampa) oppure “Anche gli scout cambiano: la trasgressione non è tabù” (Corriere della Sera).
“Ovviamente”, quasi tutti i servizi hanno preso a riferimento lo Scautismo cattolico AGESCI, sia nei contenuti degli articoli che nelle immagini, mettendo peraltro in scarsa evidenza l’ambito europeo della ricerca.
Questo approccio giornalistico, che ripercorre modalità scandalistiche, ci lascia particolarmente perplessi per diverse ragioni che vorremmo segnalare:
– Innanzitutto è evidente l’intento strumentale dei redattori di spostare le problematicità emerse dalla ricerca (25 nazioni, 29 associazioni scout!, ma solo 2500 interviste!!) da un ambito europeo ad un livello “domestico” AGESCI, con l’obiettivo di sollevare perplessità e dubbi sulla coerenza della proposta educativa dell’Associazione rispetto alla sua appartenenza ecclesiale.
– La modalità adottata di presentare i risultati della ricerca come un gossip esplosivo, è assolutamente fuori luogo, quando si tratta di un ambito educativo che per sua caratteristica ha bisogno di pacatezza e di equilibrio nella trattazione e nell’approfondimento.
– L’impegno educativo dello Scautismo si pone l’obiettivo di sviluppare nei ragazzi valori e riferimenti che spesso sono agli antipodi dei messaggi che gli stessi ragazzi ricevono quotidianamente ed il risultato di tale lavoro non sempre è rilevabile nel breve termine.
– Peraltro, messaggi come quelli pubblicati di certo non aiutano la dedizione e la passione di migliaia di capi educatori impegnati a formare i ragazzi loro affidati da tantissime famiglie.
– Gli articoli evidenziano solo marginalmente gli aspetti positivi emersi dalla ricerca, quali la fiducia che i giovani scout europei hanno nella famiglia (gradimento pari a 6,30 su 7), nei propri capi scout (5,79 su 7) oppure ancora le risposte prevalenti alla domanda “Immagina la tua vita da adulto. Cosa farai?” a cui i ragazzi rispondono: “farò un lavoro che mi realizzi professionalmente” (65,9%), “avrò dei figli” (60,2%), “mi sposerò” (52,7%). E solo il 25,1% punta ad un lavoro “che mi darà tanti soldi”. Tutti valori percentuali che consideriamo particolarmente positivi.
E’ evidente che la nostra missione è quella di migliorare continuamente la qualità del nostro lavoro educativo, che vorremmo trovasse riscontri diversi da quelli emersi dall’indagine dell’Istituto degli Innocenti, ma ci sembra assolutamente fuori luogo l’azione di disinformazione che vuole tratteggiare lo Scautismo come luogo di trasgressione, quasi a dire con soddisfazione: “finalmente abbiamo scoperto che gli scout non sono perfetti”!
I ragazzi che entrano negli scout non sono il frutto di una cernita e di un reclutamento che sceglie esclusivamente ragazzi perfetti e di valori “provati”. I nostri iscritti sono figli del nostro tempo, con tutti i pro ed i contro che li contraddistinguono. Anzi, spesso la nostra azione si rivolge a giovani che vivono in realtà difficili e di forte marginalità sociale, con tutte le problematicità del caso. Ed anche nelle realtà più benestanti, le problematiche educative ed i messaggi sociali che interessano i nostri ragazzi non aiutano di certo il nostro modello educativo.
Vorremmo anche ribadire con forza che l’obiettivo della nostra missione educativa rimane quello di far crescere i ragazzi, responsabilizzarli, educarli al rispetto del proprio corpo, degli altri, dell’ambiente, aiutandoli a vivere un’esperienza di fede e rafforzando la coscienza di servire e di impegnarsi nella propria realtà.
Un impegno educativo fatto con pazienza, fiducia e coraggio.
Ai mass media non chiediamo tanto, chiediamo solo attenzione e rispetto verso chi ha scelto di impegnarsi nell’educazione!
Concludiamo, confermando che siamo coscienti del fatto che andare controcorrente oggi sia molto difficile, ma sempre di più necessario, ed è per questo che crediamo che quanto emerso dalla ricerca dell’Istituto Degli Innocenti possa e debba diventare per l’Associazione tutta un’occasione di riflessione serena ed equilibrata del nostro agire, in particolare in Branca R/S e nelle nostre Comunità Capi.
La Capo Guida Il Capo Scout, Dina Tufano Eugenio Garavini
Roma, 16 marzo 2008
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