Don Umberto dopo 21 anni lascia la parrocchia

Monsignor Umberto Busso, nato nel cuneese il 26 aprile del ’44, ha annunciato domenica scorsa alle varie funzioni festive, di aver rimesso nelle mani del vescovo il suo mandato di arciprete della Cattedrale. Dimissioni per altro accettate, tanto che l’ultima sua Messa di parroco sarà celebrata il 22 maggio prossimo, alle ore 10.30. Cosi si legge questa mattina, sulla pagina diocesana di Avvenire, in un’intervista a firma del collaboratore Eraldo Ciangherotti, che qui di seguito è riportata.

Quali le tappe più rilevanti della sua vita sacerdotale?

Ringrazio il Signore per il dono del sacerdozio, ricevuto con l’ordinazione nella diocesi di Saluzzo il 29 giugno 1968. Nel 1970 sono stato accolto in questa Chiesa locale dal vescovo Piazza e, fino al 1984, sono stato viceparroco a Sant’Antonio Abate in Diano Marina. Anni pieni di entusiasmo e comunione tra giovani sacerdoti impegnati soprattutto con gli adolescenti, nei campi estivi, nei vari oratori e nelle attività diocesane. Nel 1984 sono diventato parroco a S. Matteo in Laigueglia, sperimentando il metodo M pastorale «Nuova immagine di parrocchia» che ha coinvolto molte famiglie in un cammino di fraternità, evangelizzazione e santificazione.

Parroco ad Albenga da 21 anni. Che cosa l’ha colpita maggiormente di questa realtà? Quali i momenti difficili?

Nel giugno 1995 il vescovo Oliveri mi nominò parroco della cattedrale San Michele in Albenga. Inizialmente il trovarmi a pregare in una chiesa la cui storia risale ai primi secoli del cristianesimo mi ha avvicinato quasi sensibilmente agli Apostoli, con una certa emozione spirituale. Mi ha incoraggiato la presenza del vescovo, di tanti sacerdoti con incarichi di curia, tanti gruppi, movimenti ed associazioni, molti laici impegnati ed organizzati. Porto nel cuore la bellezza della liturgia, la ricchezza copiosa della Parola di Dio, le celebrazioni dei sacramenti e gli incontri di carità con molti poveri. Difficoltà sono nate a volte da attività piuttosto settoriali con assenza di programmazioni unitarie, dalla secolarizzazione, dalla disgregazione delle famiglie. Gli ideali proposti hanno dovuto fare i conti con le situazioni reali.

Le nuove opere parrocchiali di via Milano sono anche merito suo.

Grazie anche alla diocesi, finalmente è nata una struttura adeguata per le attività oratoriali della parrocchia. È una gioia vedere tanti ragazzi, giovani e famiglie incontrarsi e crescere cristianamente. Affido alla comunità l’impegno di ultimare i lavori per la cappella e il salone e di valorizzare un’opera che sicuramente porterà nuovi frutti per la Chiesa e la società civile di Albenga. Il ricordo più bello del Giubileo della Misericordia? Il Giubileo dei ragazzi, accompagnati da educatori, molti sacerdoti e vescovo: una festa di incontro con il Cristo risorto, nell’ascolto della parola, nella celebrazione eucaristica e nella condivisione della gioia di “essere” Chiesa. Una vera speranza per il futuro.

Cosa farà don Busso “in pensione”?

Non andrò ancora in pensione! Ringrazio il vescovo Borghetti che per motivi di salute ha accolto la mia richiesta di continuare il mio ministero sacerdotale in un nuovo servizio ecclesiale, meno impegnativo e più consono alle mie forze. Dopo 21 anni trascorsi in questa comunità, ricchi di grazia e di misericordia del Signore

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