Sarà benedetta questa mattina, nella Cattedrale di Albenga, durante la messa crismale del giovedì santo presieduta dal vescovo diocesano Oliveri, la prima pietra che verrà posata per la costruzione del nuovo Polo educativo diocesano. La complessa struttura sorgerà in via Milano, al confine con le mura romane del centro storico ingauno, costituita in parte dalle nuove opere parrocchiali della Cattedrale di Albenga e in parte dal nuovo Centro scolastico diocesano “Redemptoris Mater”, già operante in altra sede.
Martedì scorso, alla presenza dell’Economo diocesano, don Tonino Suetta, la ditta a cui è stata affidata l’esecuzione dei lavori (Ecoedile Srl di Magliolo, Gruppo Verus) ha formalmente sottoscritto il contratto d’appalto con la diocesi di Albenga-Imperia, nella persona del vescovo, e con la Cattedrale, nella persona del parroco Umberto Busso. Progettisti e direttori dei lavori saranno Maurizio Arnaldi, Giuliano Borrelli e Giuseppe Brunengo.
Insieme all’oratorio per i bimbi e gli adolescenti saranno edificati una scuola elementare, una scuola media inferiore e un liceo sperimentale ad indirizzi classico e socio-psicopedagogico. Tutte istituzioni che, ad Albenga, già da tempo godono dello status di “scuola paritaria” per decreto del Ministero della Istruzione, Università e Ricerca e che, per storia e tradizioni ultraventennali, sono profondamente radicati nel territorio diocesano.
Il progetto iniziale della costruzione del nuovo centro scolastico risale a circa 4 anni fa, quando, per il notevole e progressivo aumento degli alunni iscritti alla scuola elementare, nel 2005 si rese necessaria una nuova sede, più ampia dell’attuale Istituto.
Allo studio dell’opera misero mano inizialmente Mario Ruffino, il vicario episcopale della pastorale scolastica e anche direttore del Centro scolastico, insieme al preside, Giorgio Airaldi. In seguito poi, ad occuparsi del reperimento e dell’integrazione dell’area di intervento, mediante anche acquisizioni onerose di terreni, è stato don Tonino Suetta, l’attuale economo diocesano, che proprio in questi giorni, dopo aver ultimato la fase di progettazione, dal punto di vista tecnico e dal punto di vista burocratico, ha ritirato dal Comune di Albenga il permesso definitivo per costruire: 1410 mq per le opere parrocchiali, distribuiti su 3 piani fuori terra e uno interrato e 3448 metri quadri per la scuola diocesana, distribuiti su 4 piani fuori terra e un seminterrato, per offrire nel complesso una struttura all’avanguardia, costruita secondo le migliori tecnologie con spazi didattici, ludici e ricreativi rinnovati e destinata ai bambini, agli adolescenti e agli oltre 400 alunni che potranno accedere alla nuova scuola.
Il costo del Polo educativo diocesano ammonta a complessivi 10 milioni e 700 mila euro, di cui 4 milioni e 200 mila per le nuove opere parrocchiali della Cattedrale e 6 milioni e 500 mila euro per il centro scolastico diocesano. La copertura finanziaria delle opere parrocchiali proviene dalla vendita della vecchia sede di via Genova e da un contributo della CEI.
La copertura finanziaria della nuova scuola in parte proviene dalla donazione di una benefattrice di Albenga, Maria Preve, che prima di morire ha voluto sostenere il progetto scolastico diocesano con lascito testamentario di 3 milioni di euro in beni immobiliari.
le prime pietre del Polo Educativo Diocesano
Perché allora le famiglie della Diocesi di Albenga-Imperia optano per il Centro Scolastico Diocesano? Dall’Ufficio amministrativo della Curia diocesana risponde il direttore, don Tonino Suetta, lui stesso ex allievo di questa scuola. “In primo luogo per la sua specificità, e cioè per il fatto che è una scuola cattolica. Non un luogo di proselitismo o di catechesi, perché questa non sarebbe la finalità della scuola, ma un ambiente educativo dove è garantito l’esercizio della libertà nella scelta dell’istruzione per i figli, che la legge dello stato prevede per tutti i cittadini. Un insegnamento orientato in una prospettiva culturale cristiana, secondo un’identità e una visione dell’uomo che appartengono alla Chiesa ma che sono naturalmente condivisibili per quella che si può definire la filosofia della ragione comune e del buon senso”. “Noi – conclude Suetta – abbiamo ottimo riscontro rispetto a questo tipo di risposta culturale che è dato dai numeri degli alunni che si iscrivono alla scuola diocesana”.
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